Bruno Conte

Il precario equilibrio dell’oggetto introvato
L’altro versante della ricerca

Transtratologica, 1978. Libro ligneo con pagine di pagine, h cm 90 (Collezione del Mart di Rovereto)

Nato a Roma nel 1939. Inizia la sua attività in campo figurativo con opere di carattere grafico astratto surreale. Espone alla VII e VIII Quadriennale di Roma,1955 e 1960. Nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia.
E’ in relazione con la Galleria dell’Obelisco di Roma che lo presenta in mostre negli Stati Uniti.
Tra il 1959 e il 1961 elabora immagini con testi poetici e sviluppa la sua parallela attività letteraria.
Nei primi anni ‘60 le pitture acquistano consistenza materica. Successivamente prevale una scelta oggettuale che si distingue nel tempo in concetti formali atti a definire delle emergenti immagini – evento.
Una autonoma quasi scrittura vegetante viene suggerita nei suoi libri lignei, scrittura che tende a spegnersi nelle quasi pagine dei più recenti, essenziali metafisici, “paginari” a parete.







Bruno Conte è uno dei personaggi più garbati, più segreti, e più affascinanti che, nella mia lunga frequentazione di pittori e scultori, abbia incontrato e ammirato. Venne a trovarmi nel giugno del 1972. Aveva costruito una valigia in legno compensato con una parete a incastro che si sfilava. Più che una valigia, era una scatola a sorpresa, visto l'imprevedibile contenuto. Tirò fuori tanti mirabili piccoli “organismi” in legno bianco. Non erano sculture; al momento, per definirli, non mi viene altro termine. Forse la parola organismo riesce ad evocare la sottile complessità che contraddistingue la materia vivente. Perché queste “cose” godevano, e lo penso ancora, di una vita propria. Lo penso io ma, ne sono sicuro, lo crede anche Bruno Conte. Basta guardare le due foto affiancate, pubblicate in una sua monografia, che lo ritraggono; nella prima lo si vede all'età di diciannove anni: stringe a sé, con espressione intensamente possessiva, un gattino. L'altra foto, scattata ventiquattro anni dopo, lo mostra mentre trattiene, con lo stesso gesto e la medesima espressione assorta, una sua creazione-creatura. Sarebbe il caso di coniare un neologismo per questi oggetti magici che riuscivano e riescono tutt'ora a tradurre un linguaggio sorprendentemente nuovo e fresco l'esigenza insopprimibile che ci abita di rinnovare la realtà a ricreare il mondo a misura dei nostri desideri. Cosi' egli materializza, in una dialettica delle forme che si aprono e si chiudono per intrappolare i nostri sogni, visioni euclidee (come in Contangolo 2 ,1971 e Contropieno, 1972), enigmatiche (come in Segiunzioni, Antitesto, entrambi del 1973), ieratiche (come Presenza-Pressanza e Controdentro, del 1972), irrazionali (come Contrangolo 1 del 1971), oniriche (come in Circoncluso del 1973), erotiche (come in Evento 1 e 2 del 1966, e quel particolare di un'opera senza titolo, e della stessa serie, dove vivono degli “occhi che svolgono verso l'interno la loro architettura). A distanza di anni è ancora viva l'emozione che provai nell'assistere, con intenso diletto, a quella che oserei chiamare una lucida operazione di palingenesi immaginifica.
Arturo Schwarz (1985)





Anni 50

Astratto surreale. Dal grafismo analitico, con suggestioni dal primitivo, alla pittura materica, nella natura dell’origine che appare in un informale microcosmo.
Dal 1959 al 1963 sperimenta testi inseriti nell’immagine.

Anni 60

Le pitture, verso il monocromo, vengono elaborate, tra scavo e rilievo, su tavola lignea, ponendosi come emblematiche sequenze iconiche. Emerge poi la superficie del legno, nel suo aspetto estetico funzionale. Dopo la metà degli anni 60 tavole uniche si estendono comprendendo in un loro “occhio” organismi architettonici. Inizia parallelamente una attività letteraria.

Anni 70

Si caratterizza la sua scelta per opere-oggetto, concettuali nella loro essenziale forma-evento.
Anche forme analoghe alla realtà delle cose, come i libri lignei, che presentano di pagina in pagina un loro sintetico linguaggio lineare vegetante.

Anni 80

Tra le opere di questo periodo immagini che sembrano reagire al limite di contorno delle cornici lignee.
In alcune prime opere da alcune protuberanze interne della cornice nasce l’inizio di un disegno.
Immagini come campi d’attesa bianco gesso in cui appaiono, tra disegno e rilievo, prospettive di
dimensioni ulteriori.

Anni 90

Un maggiore recupero della pittura, sempre seguendo le varie esperienze di accadimento della forma,
nella sua concettualità e sfuggente ambiguità.

Anni 2000

I libri lignei divengono anche “Paginari” a parete. Torna il sistema delle sequenze, tuttavia l’immagine si configura come simultanea contenendo nelle “quasi pagine” saltuari rimandi tra criptici messaggi.

Anni 2010

Continua la produzione di opere che impersonano la sua poetica. Temi da un repertorio ben identificato nel tempo. Sviluppi che contengono sempre una invenzione oltre la formula, per una verità soggettiva, illusoria, ma che comunque mette alla prova il raggiungimento della efficace fisionomia dell’oggetto. Non è da dimenticare la sua produzione di opere cartacee, spesso collages che sintetizzano possibilità dimensionali e dinamiche. Sfida ancor più a mantenere l’efficacia significativa anche nel minimo di mezzi e misure.
Notevole è anche la sua attività letteraria, che continua con varie pubblicazioni, trovando a volte relazione con la parte figurativa. Le sue poesie, sfuggendo l’egocentrismo, cercando di cogliere racchiuse particolari situazioni, possono essere definite degli oggetti letterari.

Repertorio Anni 60-2000



Tra le partecipazioni:
Arte sperimentale, Museo Civico di Torino, 1967; Equilibrio, Galleria Il Segno, Roma e altre sedi, 1982 (Testi di Fausto Melotti, Carlo Belli); Autoritratti del ‘900 Galleria degli Uffizi, Firenze, 1983; XLII Biennale di Venezia, 1986; The artist and the book MoMA, New York 1992; Lavori in corso, Macro, Roma, 1999; Artisti del XX secolo, Ministero degli Esteri, Roma, 2003; XIV Quadriennale di Roma e Expo di Aichi, 2005; Il libro come opera d’arte, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2006; Biennale di Venezia, 2011; Proposte dalla collezione, Museo Pecci, Milano, 2011; L’icona ibrida, Premio Vasto 2014.

Tra le mostre personali:
Galleria Numero, Firenze, 1961; New Vision, Londra, 1965; Internationale Kunstmesse, Galleria Schwarz, Basilea, 1973; Studio Cavalieri, Bologna, 1977; Galleria Blu, Milano, 1978; “Equilibrio”, Galleria Il Segno, Roma e altre sedi; Palazzo Diamanti, Ferrara, 1987; Palazzo Ducale, Urbino, 1992; Galleria Niccoli, Parma, 1995; Galleria Kaze, Osaka, 2000; Galleria Civica di Termoli, 2004; Galleria Peccolo, Livorno e Musma, Matera, 2007; Galleria Ricerca d’Arte, Roma, 2008; Fondazione Balestra, Longiano, 2010; Biblioteca Vallicelliana, Roma, 2011; Antologica al Mart di Trento e Rovereto, 2013; Musma, Matera, 2013; Museo Mastroianni, Marino (Roma), 2014; Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, 2018





Mosaico nella metropolitana di Roma Pietralata, 2003

Tra le pubblicazioni letterarie:
Racconti della serie O, Carte segrete n.10, Roma 1969
Spostamento verso il grigio, 1972 – Un uno, 1977, La Nuova Foglio, Macerata
Anennodi, Scheiwiller, Milano, 1980
Testi – immagine, Elle Ci, Roma, 1980
Il collezionista di vuoto, Il Belpaese n.6, Camunia, Milano 1987
Ambeuno, 1987 – Monasteriale, 1985 – Racconti del più e del meno, 2002 - Retromuro, 2013, Empirìa, Roma
Signor Rongis, 1991 – Impercezione, 2001 – Oltre Nord, 2003, Campanotto, Udine
Traessere, Album Fermenti, Roma, 1996
Zoonube, Il Bulino, Roma 1997
Poesie e proesie, 2003 – Stremisti collezionisti, 2009, Le impronte degli uccelli, Roma
Estremade, 1992 – Estremi, 1998 – Egostanze, 2005 – Deritratti, 2012, Anterem, Verona
Ricco in chicco, Ombrone, Pistoia, 2009
Divario, Edizioni Peccolo, Livorno, 2009
Kosmosi – Tra Es, 2010, L’Arca Felice, Salerno
Oltremente, Robin Edizioni, Roma, 2014.



Hanno scritto, tra gli altri, sulla sua attività:
Carla Accardi, Giuseppe Appella, Mirella Bentivoglio, Luciano Caramel, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Maurizio Fagiolo, Daniela Fonti, Stefano Gallo, Mario Lunetta, Murilo Mends, Filiberto Menna, Achille Perilli, Nello Ponente, Arturo Schwarz, Gabriele Simongini, Marisa Vescovo, Cesare Vivaldi.



Tra le collezioni pubbliche e private:
Museo Civico di Torino. Mart di Trento e Rovereto. Maga di Gallarate. Museo Casabianca, Malo (Vicenza). Museo della Carale, Ivrea. Museo Pecci, Prato. Galleria degli Uffizi, Firenze (raccolta autoritratti). Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze. Pinacoteca Giovanni Fattori, Livorno. Museo Bargellini, Pieve di Cento. Galleria Nazionale, Roma. Macro, Roma. Museo della poesia visiva, Senigallia. Museo d’arte contemporanea di Matino. Galleria d’arte moderna di Termoli. Fondazione Balestra, Loriano. Museo d’arte contemporanea di Gibellina. Musma, Matera. Musei comunali di: Macerata, Ascoli Piceno, Serra de’Conti, Cisterna di Latina, Tagliacozzo, San Giminiano, Castronuovo Sant’Andrea, Gala di Barcellona, La Salerniana di Erice, Lampedusa. Parco di sculture all’aperto di Santa Barbara (Reggio Calabria). Raccolta Eni, Roma. Università di Pavia. Università di Messina. Collezioni della Farnesina, Roma. Museo Paul Getty, Santa Monica, California. State University di Potsdam, New York. Jean Brown Archive,Tyringham, Massachussetts. Museo di Quito, Ecuador. Museo di Perth, Australia. Raccolta Art’s Right, Honda, Tokio. Museo di Hamamatsu, Giappone. Neue Galerie, Graz. Università di Friburgo. Centre de documentaciò d’art actual, Barcellona. Collezione G. Palazzoli, Milano. Collezione A. Schwarz, Milano. Collezione G. Niccoli, Parma. Albornoz Palace, Spoleto.

Affacciandosi in sé
sul davanzale mentale
guardando i pensieri
la loro faccia si slaccia
la forma ha una coda
che oscura mente
pensa in sé



Filmati e Interviste

"Realtà in equilibrio"
alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma
le opere di Bruno Conte


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